PITTURA

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Testo del critico d'arte Livio Garbuglia

Un’ascesi civiltà-memoria trasfiguratrice di un mondo mediatico-morale al tramonto.

 

La pittura di Giampiero Mazzola afferma la sua presenza come superiore forza vitale, come intervento fisico e sensibile che prevalga per l’osservatore, per aprire un clima di civiltà antica, il punto di un subitaneo e trascinante arrivo, di un’ascesi civiltà-memoria trasfiguratrice di un mondo mediatico- morale al tramonto che possa rinnovarsi oltre ogni situazione e ogni tempo. La composizione ha un grande equilibrio di parti e le figure si rispondono nel ritmo generale dettato da accenti di ordine passione –storia-civiltà. L’interesse maggiore di Mazzola resta l’ambiente civiltà-storia-ragione ricostruito alla lettura mondo-interiore-memoria esaltato nella sua fisicità primordiale, selvatica, ricco di luce di ragione atavica, ed in cui ogni corpo d’arte è fatto evolvere con una recita ideale e una premorale evocazione-coscienza, in un’atmosfera aristocratica popolare e ferina. Mazzola ha raggiunto per via stilistica una forza di rappresentazione come nuova sintesi a titolo intervento quotidiano su ordini inscindibili dalla storia del quotidiano stesso come pulsazione raramente tanto esaltata e vocante. Estensione della volontà, velocissimo concretamento, per fermare uno stato d’animo di meditazione e di crisi interiore, come un’interrogazione ansiosa, una sensazione visiva, un raziocinio dilagante al fantastico di un’anima, fino alla ragione-dramma-verità.

 

LIVIO GARBUGLIA